domenica 13 febbraio 2011

Cari scrittori...

In riferimento all'articolo apparso sul quotidiano "il Giornale" del 07/02/2011 firmato da Massimiliano Parente, riportato nella foto in basso e disponibile online qui.



Egregio Signor Parente,

per la sollecitudine di una cara amica, che sempre compra il Giornale, ho avuto modo di leggere il Suo articolo sugli aspiranti scrittori. Sono certa che Lei(notare la maiuscola) crede di avere fatto un opera meritoria. Dal 7/2/2011 nessuno manderà più manoscritti agli editori o perlomeno non ne manderà a Lei che è certo di essere l’unica persona che sa scrivere, naturalmente come Proust, Sterne e Faulkner.

Io, anziana signora Nessuno, ho desiderato scrivere da quando ho imparato l’alfabeto. Le devo dire, con sincerità, che ho imparato solo quello perché non mi è stata data la possibilità di andare oltre. Lei, naturalmente, non crede che esistano dei talenti. Ha presente quelle persone con una predisposizione al canto, alla danza, alla pittura? Sa quante di queste persone muoiono senza essersi mai potute esprimere? Signor Parente, ha mai provato a frugare nella sua memoria? E’ mai successo che nessuno Le desse retta?

Dal Suo articolo si direbbe che col primo pensierino, sul suo quaderno di prima elementare, sia stato contattato per fare il giornalista e lo scrittore. Insomma come vincere all’Enalotto, tanti giocano ma solo qualcuno vince. Pensi che proprio in questo periodo sto mandando un mio romanzo a qualche editore! Come? Lasciarlo nel tronco cavo di un albero della foresta? Sul mio terrazzo ci sono solo un'edera e un glicine, nessuno interessato a pubblicare romanzetti passa mai di lì.

Quando ho letto il suo articolo, per un attimo il mio morale è precipitato tanto in basso che si è scorticato alle asperità del suolo. Ho settant’anni, caro signore, e a leccarmi le ferite sono abituata. Mi sono detta: ma chi sarà mai questo signor Parente per far crollare il mio castello in aria prima che abbia terminato di edificarlo? Ho mandato immediatamente una e-mail a mio figlio perché mi faccia stampare altri fascicoli da spedire ad altri editori. Peggio di quello che ha detto Lei non mi diranno di certo.

Non ho scritto il prosieguo dei Promessi Sposi, non sono l’erede del talento di Manzoni. Non ho riscritto Giulietta e Romeo perché neppure la sono di Shakespeare ma sono certa che, a qualcuno, il mio romanzetto potrebbe piacere molto. Le assicuro di avere letto qualcosa di ben più mediocre pubblicato da editori abbastanza noti. Stia tranquillo, non lo manderò a Lei. Pagare poi! Non mi passa neppure per l’anticamera del più lontano pensiero. Sa cosa Le dico: caso mai Le venisse la curiosità di leggerlo me lo faccia sapere. La prego, non mi dia una risposta gentile, mi farebbe sentire in colpa per non sentirmi gentile nei suoi confronti.

Non so bene cosa sono le cartelle, non sono una professionista. Mi farò pagare a pagina, quindi se Lei vorrà leggerlo sappia che sono 108 pagine di Computer e non pretenderò meno di euro 50 a pagina. Sempre meno della parcella di uno psicologo che faccia abbassare un tantino il Suo Ego che pare salito pericolosamente troppo in alto.

Dimenticavo di dirLe che, pur non essendo io religiosa, la parola anima compare più volte e anche preti e suore; questo, naturalmente, per rimpolpare il tutto e guadagnare più soldi oltre che a sprecare più carta. Ma scusi, la carta, la vuole sprecare solo Lei? Almeno fa la raccolta differenziata per evitare che si abbattano le foreste con relativi manoscritti nei tronchi cavi?

Un saluto che, se non proprio cordiale, è pur sempre meglio di niente

Jolanda Pergreffi

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