lunedì 20 aprile 2009

Da non crederci!


Bentornati sul nostro piccolo spazietto,
questa settimana, parleremo della bella bimba in foto. Rubina Ali, nome d'arte di Rubina Quareshi, coprotagonista insieme a Azharuddin Mohammed Ismail dell'ultimo film di Danny Boyle "The Millionaire". Un film a mio avviso veramente bello, ma che ha scatenato qualche controversia perchè i bambini in questione sono veramente bambini delle baraccopoli di Mumbai e c'è poco da speculare sulla cosa: la loro vita sarà stravolta da quel film, la loro immagine pubblica è l'immagine di un popolo senza diritti, disagiato, fuori dagli schemi... un popolo che non sa che farsene dei soldi. Per questo la produzione ha pensato bene di pagare la bambina qualcosa come 500 sterline al mese, ovvero una miseria per un'attrice cinematografica e in proporzione alle vendite di biglietti, ma pur sempre pari al triplo di uno stipendio medio nel suo Paese.
Non la pensavano così i suoi genitori, che non soddisfatti dagli introiti dell'avventura bollywoodiana della loro figliola, la mettono in vendita per 250mila dollari amerciani. Prezzo non trattabile, no permuta, astenersi preditempo. Chiamare ore pasti al numero: 48580

La notizia è su tutti i giornali e sta facendo il giro del web. Probabilmente si tratta di una contrattazione (illegale) per l'affidamento della bambina al miglior offerente. Oppure è una bufala bella e buona ai danni di una famiglia che non può difendersi. Poco male, tanto a forza di sentire notizie incredibili (a volte vere, a volte no!), alla fine stiamo diventando definitivamente insensibili!

domenica 5 aprile 2009

Scrittori inconsapevoli

Caro lettore,

hai presente un motociclista a piedi? No, non è l'inizio di una barzelletta. Tanto non fa ridere comunque!
Da bambino avevo una bicicletta con le ruote grandi, da ventotto, quasi non arrivavo al sellino, ma mi aggiravo per la città in punta di piedi pedalando come un dannato perché mi sentivo -anzi ne sono certo lo ero!- il re incontrastato dalla strada. Crescendo ho guidato un sacco di moto, non ho disdegnato un'uscita in bicicletta ogni tanto e in periodi di crisi come questo, ripiego su un modesto scooter. Eppure con ogni tempo potrebbe capitarti di vedermi sfrecciare su due ruote.
Se potessi cavalcherei una bella custom cromata dappertutto. Vorrei anche le ruote cromate. No, non i cerchioni. Proprio i pneumatici. Gli pneumatici. Quello che sia!
Te lo farei vedere io che motociclista sarei se avessi una bella custom cromata! Ma sai che c'è? Non cambia niente. Sono un motociclista nel cuore, anche quando esco a piedi a comprare il pane.


Lo stesso capita agli scrittori. Quando lo vai a dire in giro, ti guardano storto perché sembra quasi che ti vuoi fregiare di titoli che non hai! Certo, pubblichi un racconto di centoventi caratteri e puoi andartene in giro a dire che sei uno scrittore. Mica ti sto rubando la macchina! Mica sto cercando di farmi assumere nella tua stupida impresa di famiglia, millantando una laurea che non ho mai preso! Ho solo detto che mi piace scrivere. Non quanto mi piace leggere, ma le due cose sono collegate, credo!


Anche mio nonno era uno scrittore. Davvero! Non sapeva mettere due parole in croce quando scriveva, ma se decideva di raccontarti un episodio della sua vita, tu lo vedevi che quella storia la stava scrivendo. Muoveva le mani mentre parlava e in quel gesticolare furioso, vedevi una piccola magia. Le cose che ti descriveva avevano una forma, un colore, quasi le potevi toccare. Stavano lì a mezz'aria, così invisibili e inconsistenti, ma allo stesso tempo, in un modo tutto loro, erano vere e ti restavano dentro, come se i suoi ricordi fossero diventati anche tuoi.


Secondo me è questo che deve saper fare uno scrittore.